Taste of Italy promuove le eccellenze




Il fondo di DeA Capital guarda a realtà con elevato indice di differenziazione investe per aumentare capacità produttiva e competitività

FOOD, 1 Luglio 2023

Negli ultimi nove anni DeA Capital Alternative Funds SGR, attraverso il fondo dedicato Taste of Italy, ha investito oltre 300 milioni di euro in 12 aziende appartenenti a vari rami della filiera alimentare. L’operatività ha preso il via nel 2014 e da allora sono stati avviati due sostanziali programmi: “Il primo – come racconta Stefano Caspani, Managing Director del fondo Taste of Italy – si è concluso nel 2020 e ha visto il completamento di otto investimenti. La Piadineria, Gelato d’Italia, Lurisia e Botter sono già state cedute, mentre altre sono in fase di dismissione, tra cui Abaco, leader europeo nei software per l’agricoltura di precisione. Oggi siamo impegnati nell’investimento dei capitali del secondo programma, nell’ambito del quale abbiamo acquisito sei società e ampliato il team con l’ingresso di tre nuovi membri basati a Madrid, ritenendo interessante estendere il focus settoriale anche in Spagna”.




Curioso diventa allora capire con quali logiche un veicolo quale DeA Capital operi le proprie scelte in materia di food. “Nel caso di aziende b2c – afferma sempre Caspani -, la principale metrica con cui valutiamo gli investimenti è il grado di unicità e differenziazione del prodotto o servizio offerto dall’azienda, che deve formare la base sui cui poter scalare e sviluppare il business“. Per quanto riguarda, invece, il ramo b2b – interviene Filippo Amidei, Managing Director del fondo Taste of Italy -, ci concentriamo sul contesto competitivo, su come l’azienda si rapporta con i propri clienti e quanto il prodotto/servizio offerto è per essi strategico”.

Tra il 2022 e l’inizio del 2023 ci sono state, in particolare, due operazioni di particolare interesse. La prima delle quali ha riguardato l’acquisizione di FrHome, innovativa azienda italiana nata nel 2016 e cresciuta velocemente nell’e-commerce del caffè, che ora è entrata a far parte della grande famiglia Ekaf, torrefazione di Genova nota per il marchio Cellini e la cui quota di maggioranza dal 2021 è nelle mani di DeA.

“Gli obiettivi – dichiara Caspani – sono il rafforzamento della presenza nel canale Horeca tramite acquisizioni mirate, la definizione di un portafoglio completo di prodotti, il riassetto industriale e la copertura di tutti i canali distributivi, tra cui quello online”. A febbraio di quest’anno è stato invece annunciato il closing dell’operazione Demetra, acquisita insieme al fondo Alcedo SGR con l’intento di creare un polo leader nel settore dei macchinari agricoli.

“La scelta è maturata dall’osservazione di un settore in cui l’Italia è fortissima – chiarisce Amidei, -. Nel nostro Paese operano moltissime aziende familiari dotate di know-how difficilmente replicabile, ma al tempo stesso il settore è frammentato e la scelta di molte imprese è divenuta inefficiente per raggiungere mercati lontani. la nostra strategia di investimento è quindi centrata su due aspetti: un programma di acquisizioni (già avviato), e un secondo programma legato all’eccellenza industriale, che vogliamo implementare incrementando la capacità produttiva e la competitività”.

Volgendo uno sguardo al futuro, secondo Amidei “le maggiori sorprese arriveranno dal cambiamento delle abitudini, delle preferenze e degli stili di consumo di nuove generazioni di cosumatori. I primi effetti sono evidenti per esempio nel beverage alcolico, dove sono nate categoriedi prodotto come gli hard seltzer, bevande aromatizzate a bassa gradazione che dopo aver conquistato gli Stati Uniti si stanno affacciando in Europa e in Italia”. Non è quindi un caso che tramite Taste of Italy il fondo l’anno scorso abbia preso il pacchetto di maggioranza anche di International Food, realtà emiliano-romagnola attiva nella produzione di bevande a base vegetale. “Questi sono i trend che ci hanno convinto – afferma Amidei -: la crescita di questi prodotti a livello mondiale, il forte sviluppo della private label nella Gdo (uno dei primi punti sarà infatti quello di accelerare la spinta commerciale, sia come partner che copacker delle principali catena di distribuzione) e la grande scarsità di capacità produttiva”.

Visto nel suo intero, il food&beverage rimane certo un tipo di investimento complesso per i fondi, specie in riferimento agli investimenti elevati di cui necessita per crescere. Tuttavia, non mancano gli elementi di attrattività, “tra cui la spiccata resilienza – conclude Amidei – e la propensione allo sviluppo sui mercati esteri. Nel complesso crediamo che il settore possa garantire ottimi ritorni in un portafoglio ben bilanciato”.